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[RECE] Nomadi in concerto - oggi e ieri
(troppo vecchio per rispondere)
MG
2004-09-27 17:31:51 UTC
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[xpost su it.arti.musica.rock e it.fan.musica.guccini]

La scorsa settimana sono andato a vedere i Nomadi in concerto ad Alessandria.
Alcune settimane fa li avevo visti a Rho, dopo diversi anni dall'ultimo
concerto. In quell'occasione, nonostante i tanti bei ricordi che sono
riaffiorati alla mente, il concerto non mi coinvolse come pensavo. Insomma,
sempre le "solite" due ore e mezza quasi tre di concerto, il "solito" conversare
col pubblico, i "soliti" classici e i "soliti" pezzi nuovi. Nonostante il
pubblico molto caldo e numeroso (a occhio, non meno di 2-3 mila persone) la
serata mi lascio' un po' freddo.
Giovedi' scorso ad Alessandria tutto iniziava con le peggiori premesse. Per una
scelta demenziale della quale il gruppo stesso non pareva conoscere le ragioni,
il palco era situato sul bordo lungo del campo dello stadio Moccagatta, mentre
il pubblico era confinato tutto sulla tribuna OPPOSTA senza poter scendere sul
prato Insomma, 50 metri di vuoto tra il palco e il pubblico: assurdo. I disabili
erano letteralmente in panchina, sempre dalla parte opposta del campo, senza
poter oltrepassare la linea bianca di bordo prato... conoscendo le vicissitudini
dell'Alessandria Calcio, la scelta di preservare il sacro campo del Moccagatta
pare ancora piu' ridicola.
Invece, proprio per questa strana cornice il concerto e' diventato speciale, e i
Nomadi hanno tirato fuori l'umanita' e l'onesta' che gli garantisce un pubblico
di fedelissimi ovunque in Italia. Sinceramente, mi ero preparato, stante la
triste situazione politica internazionale e la fama di "impegno" del gruppo, ad
ascoltare commenti a proposito sia dal front-man Danilo Sacco che dai consueti
messaggi che i fan depositano sul palco, con tutti i rischi di faciloneria e
qualunquismo che questo puo' comportare. Invece, con grande sobrieta', i Nomadi
hanno lasciato parlare il loro repertorio, senza una parola di piu'. Attaccare
il concerto con Noi Non Ci Saremo vuol dire sicuramente mettere le carte in
chiaro: "Vedremo soltanto una sfera di fuoco / piu' grande del sole piu' vasta
del mondo / E catene di monti coperte di neve / saranno confine a foreste di
abeti / mai mano d'uomo le tocchera' / e solo il silenzio, come un sudario, si
stendera' / fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno".
I "classici" targati Guccini sono bene incrociati con i brani del "nuovo"
repertorio (quello cioe' post-Daolio), ma e' l'interpretazione e la
partecipazione a garantire a ogni brano una estrema credibilita', anche nel caso
dei testi piu' ingenui.
Dal punto di vista strettamente tecnico, la serata non e' stata ad alti livelli,
probabilmente anche a causa dell'inusuale distanza col pubblico che naturalmente
non favoriva la performance di chi era sul palco. La seconda voce, Massimo
Vecchi, in alcuni casi e' risultato un po' in difficolta', mentre anche Danilo
Sacco, a mio parere una delle migliori voci della musica italiana, in alcune
occasioni era un po' "freddino".
I Nomadi hanno risollevato un concerto "strano", "a distanza", con un mini-set
in mezzo al campo, quando Sacco, Beppe Carletti e Sergio Reggioli sono scesi dal
palco armati rispettivamente di microfono, fisarmonica e violino per tre-quattro
pezzi tra cui le azzeccatissime versioni di Il Vecchio E Il Bambino e Il Paese
Delle Favole. Hanno percorso il prato fin sotto la tribuna, hanno scherzato con
i ragazzi in carrozzella e si sono messi in posa per le foto di rito.
Oltre alla commistione ben riuscita di cui ho gia' detto tra il "vecchio"
repertorio e i pezzi piu' recenti (ad esempio la "riscoperta" di Storie Di Mare
si inserisce benissimo tra i brani piu' recenti, anche se Massimo Vecchi non ha
la voce di Daolio e personalmente preferirei se tutti i pezzi fossero cantati da
Sacco; o invece i pezzi della nuova gestione come Il Re E' Nudo o Tu Combatterai
che sono molto efficaci), va segnalato l'intermezzo a tratti quasi "prog"
affidato a Carletti e Reggioli (tastiere e violino) per uno strumentale che in
realta' annoierebbe anche un po' ma che va a finire nella bellissima Suoni che
per i fan di vecchia data risveglia sempre i ricordi dei tempi che furono. Un
bel momento -oltre ad alcune interpretazioni ben riuscite dei classici, come ad
esempio Auschwitz- e' Cammina Cammina con Sacco e Cico Falzone alla chitarra e
seconda voce (a proposito, Falzone nel ruolo di seconda voce e' efficacissimo).
Da tempo immemorabile i Nomadi chiudono i concerti con il trittico Canzone Per
Un'Amica, Dio E' Morto e Io Vagabondo; ma e' proprio in questo momento,
apparentemente il piu' ripetitivo di una band che festeggia 40 anni di
attivita', che le "accuse" di essersi ridotti a "cover band dei Nomadi" cadono:
la semplicita' con cui queste canzoni sono cantate, la sincera partecipazione di
chi e' sul palco e del pubblico quando per la millesima volta si canta "il fuoco
di un camino / non e' caldo come il sole del mattino / chissa' dov'era casa mia"
sono una testimonianza di "onesta'" musicale che in effetti ha pochi eguali.

Dicevo dei ricordi che i concerti dei Nomadi mi hanno ridestato: di quando con
alcuni amici andammo al primo concerto e arrivammo -causa agitazione
pre-concerto- con 5 ore di anticipo a Castagnole Lanze quando la piazza doveva
ancora essere transennata e i Nomadi di Augusto Daolio stavano facendo il
soundcheck. Ricordo le foto con Augusto, le chiacchiere, gli infiniti ascolti di
Crises di Mike Oldfield in attesa che iniziasse il concerto, l'artigianale
striscione finito appeso sulla batteria per tutto il concerto... ho ricordato
quando mori' il bassista Dante Pergreffi, e i Nomadi interruppero l'incessante
attivita' live (veramente insuperabile per numero di date tuttora) per un paio
di mesi prima di ricominciare, inarrestabili con una diciottenne al basso, o di
quando mori' Daolio e sembro' quasi che la storia stesse per finire. Ricordo
quella sera di dicembre quando in una scalcinata discoteca di Stradella i Nomadi
senza Augusto suonarono per la prima volta nuovamente quelle canzoni e i fan che
sfidarono la nebbia apocalittica si strinsero attorno al gruppo fino a far
scomparire la voce di Antonio Carta che quella sera presto' la voce a Io
Vagabondo e Canzone Per Un'Amica, e dopo il concerto spronarono tutti -ancora
abbattuti, erano passati due mesi- a continuare. E tante altre serate degli anni
precedendi rese uniche da Augusto Daolio e dal suo inimitabile rapporto col
pubblico e col repertorio.

Tutto cio' per me nacque -credo- un giorno del 1988 o giu' di li' quando all'ora
di pranzo vidi su Rai Tre i Nomadi dal vivo cantare La Collina e La Canzone
Della Bambina Portoghese, pezzi che non conoscevo ma che mi suonarono cosi'
"innovativi" in quelle interpretazioni cosi' poco "all'italiana". Tempo dopo, in
un negozio di dischi giocai a fare la parte dell'intenditore con un amico ancor
piu' digiuno di me in fatto di rock ma dal portafoglio piu' capiente: gli
consigliai il doppio dal vivo intitolato (o meglio, sottotitolato) "Like a sea
never dies". In realta' quel disco lo ascoltai io a ripetizione, e fui
conquistato dalla voce particolare di Augusto Daolio, dai pezzi gucciniani
eseguiti "alla Nomadi" che mi facevano intravedere una via italiana al rock che
non fosse semplice scimmiottamento. L'altra sera ad Alessandria ho ricomprato
quel disco, ora ristampato su due CD, e lo consiglio a tutti.
Ieri sera, riascoltandolo, mi ha colpito ancora "l'umanita'" nella voce di
Daolio quando, prima di attaccare Io Vagabondo, legge i messaggi dei fan che
regalano bottiglie ("nella speranza che vi dissetiate bene") e ricordini vari
(oggi regalano materiale didattico per beneficenza) e annuncia al pubblico che
il concerto e' stato registrato per farne un disco dal vivo "e non ci stara'
tutto in uno e ne metteranno due, o tre"... come nel live del 1992 (sembrano
passati cento anni tra i due dischi, e invece...), uscito dopo la sua morte,
quando ringrazia i tecnici del palco. Forse e' giusto essere sufficientemente
disillusi per poter liquidare i Nomadi come un gruppo "come tanti altri", ma,
almeno per quanto mi riguarda, tanto di cappello a loro, la prima e ultima
naif-rock band italiana.

Nomadi - Discografia Sintetica (consigliata)
Le Origini:
I Nomadi cantano Guccini (1973)
Album Concerto (live con Guccini, 1979)
I Nomadi 1-2-3 (compilation in studio; 1981, 1983, 1987 - quelle con la
"conchiglia" in copertina)
Nomadi in concerto - Like a Sea Never Dies (live 1987)
Ma che film la vita (live 1992)
Il "Nuovo Corso":
Le strade, gli amici, il concerto (live 1997 - voci: Danilo Sacco e Francesco
Gualerzi)
Quaranta (compilation 2003)


ciao
marco
il grande Ciofanskj
2004-09-28 12:31:00 UTC
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disillusi per poter liquidare i Nomadi come un gruppo "come tanti altri", >
ma, almeno per quanto mi riguarda, tanto di cappello a loro, la prima e
ultima naif-rock band italiana.
Diciamo anche che, fedeli al loro nome, tuttora si sciroppano centinaia
di concerti all'anno in giro per l'Italia (e non solo).
In questo sono proprio diversi da Guccini.
Piccola curiosità: i Nomadi erano molto scettici su Dio è morto, tanto
che, forse per pararsi un po' le chiappe, la fecero uscire in un prima
versione un po' più soft, introducendo un punto interrogativo alla fine
del titolo (Guccini era più drastico, anche se prevedeva la resurrezione).
Sul sito ci sono le due copertine della stessa canzone. Tra breve metterò
anche il pezzettino audio di un'intervista in cui Guccini spiegava tutta
la faccenda a dei ragazzi, un po' saccenti, degli anni settanta.
Per ulteriori info sui NOmadi:
http://www.stefanghelli.it
(suo fratello è tra i fondatori di questo ng)
*. . . . .o o o o o o o
*..........._____......o
* ____==== ]OO|_n_n__][.
*[________]_|__|________)<
* oo oo 'oo OOOO-| oo\\_
* Rispieghiamo Guccini per chi era assente
* http://www.geocities.com/ciofanskj
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
davide
2004-09-28 12:39:40 UTC
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Post by il grande Ciofanskj
Post by MG
disillusi per poter liquidare i Nomadi come un gruppo "come tanti altri",
ma, almeno per quanto mi riguarda, tanto di cappello a loro, la prima e
Post by MG
ultima naif-rock band italiana.
Diciamo anche che, fedeli al loro nome, tuttora si sciroppano centinaia
di concerti all'anno in giro per l'Italia (e non solo).
In questo sono proprio diversi da Guccini.
Piccola curiosità: i Nomadi erano molto scettici su Dio è morto, tanto
che, forse per pararsi un po' le chiappe, la fecero uscire in un prima
versione un po' più soft, introducendo un punto interrogativo alla fine
del titolo (Guccini era più drastico, anche se prevedeva la resurrezione).
Sul sito ci sono le due copertine della stessa canzone. Tra breve metterò
anche il pezzettino audio di un'intervista in cui Guccini spiegava tutta
la faccenda a dei ragazzi, un po' saccenti, degli anni settanta.
http://www.stefanghelli.it
(suo fratello è tra i fondatori di questo ng)
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Grazie ... mi hai fatto tornare dei bei ricordi ...
k.d.
2004-09-28 14:09:40 UTC
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Post by il grande Ciofanskj
Diciamo anche che, fedeli al loro nome, tuttora si sciroppano centinaia
di concerti all'anno in giro per l'Italia (e non solo).
E che all'epoca (vent'anni fa o giù di lì) ebbero anche la sottoscritta
come spettatrice rigorosamente a sbafo, passata sotto la rete di un
piccolo campo sportivo e rincorsa invano da un improbabile vigilante :-)
--
daniela

* NO ALLA GUERRA! * NON A LA GUERRE! * NO WAR ! *
... dalle palle vaganti di ogni tipo e ideale
da tutti questi insieme e da ogni altro male
libera libera libera libera nos domine
* NE AL LA MILITO! * ¡NO A LA GUERRA! *
il grande Ciofanskj
2004-09-30 08:07:31 UTC
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Post by k.d.
E che all'epoca (vent'anni fa o giù di lì) ebbero anche la sottoscritta
come spettatrice rigorosamente a sbafo, passata sotto la rete di un
piccolo campo sportivo e rincorsa invano da un improbabile vigilante :-)
A me successe qualcosa di simile nel 92 (mi pare),
trascinatomi senza convinzione, e senza biglietto,
al concerto di Guccini, un carabinierino mi aprì
gentilmente la porta dell'uscita di sicurezza
per farmi entrare gratuitamente
(e poi qualcuno dice male dei RRCC.....).

Sempre sui Nomadi un'altra curiosità è questa:

Beppe Carletti dice che "Un figlio dei fiori non pensa al domani",
cover di una canzone dei Kinks, in realtà, pur essendo una traduzione
firmata da Guccini, fu scritta da "un ragazzo modenese" allora non
iscritto alla Siae, che pertanto non poteva figurare.

La cosa potrebbe poi aver generato quella leggenda metropolitana
che sostiene non sia Guccini a scriversi le canzoni, ma un anonimo "negro".

Comunque la canzone tradotta non è proprio dei Kinks
ma di Dave Davies
http://www.creemmagazine.com/BeatGoesOn/Kinks/AKinkStandsAlone.html
si chiama DEATH OF A CLOWN
ed ha un testo molto diverso dalla traduzione:
----------------------------------------------
Amico che cerchi il tuo paradiso
l’inferno lo vivi quando hai la paura
la benda che porti tu stesso hai voluto
la crei da solo pensando al tuo futuro.

L’inferno, la benda hanno nome domani,
il tuo paradiso forse hai nelle mani
ma tu non lo sai perché pensi al domani,
ma tu non lo sai perché pensi al domani.

Amico non chiedere qual è il tuo destino
un fiore avvizzisce se pensa all’autunno
i fiori che hai dentro non farli morire,
ma lascia che s’aprano ai raggi del sole.

Il sole avvizzisce se pensi al domani,
il tuo paradiso forse hai nelle mani.
Un figlio dei fiori non pensa al domani.
Un figlio dei fiori non pensa al domani.

----------------------------------------------
My makeup is dry and it clags on my chin
I’m drowning my sorrows in whisky and gin
The lion tamer’s whip doesn’t crack anymore
The lions they won’t fight and the tigers won’t roar

La-la-la-la-la-la-la-la-la-la
So let’s all drink to the death of a clown
Won’t someone help me to break up this crown
Let’s all drink to the death of a clown
Let’s all drink to the death of a clown

The old fortune teller lies dead on the floor
Nobody needs fortunes told anymore
The trainer of insects is crouched on his knees
And frantically looking for runaway fleas

La-la-la-la-la-la-la-la-la-la
Let’s all drink to the death of a clown
So won’t someone help me to break up this crown
Let’s all drink to the death of a clown
La-la-la-la-la-la-la-la-la-la
Let’s all drink to the death of a clown
La-la-la-la-la-la-la-la-la-la


---S P O I L E R ------
VIETATO AI MINORI DI ANNI TRENTA
--------------------------------
Post by k.d.
Più tardi i Nomadi incisero anche la sigla per una trasmissione TV, "Voglio
ridere", mi pare che fosse, una canzone per niente impegnata, ma ero
contento di quella sigla, era piacevole.
era la sigla del Rischiatutto
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* Rispieghiamo Guccini per chi era assente
* http://www.geocities.com/ciofanskj
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
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k.d.
2004-09-30 12:00:04 UTC
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Post by il grande Ciofanskj
A me successe qualcosa di simile nel 92 (mi pare),
trascinatomi senza convinzione, e senza biglietto,
al concerto di Guccini,
Ma l'ho pulito lo schermo, giuro!
Eppure continua a sembrarmi che il Ciofanskj abbia scritto "trascinatomi
senza convinzione al concerto di Guccini".
Forse è ora che cominci a dormire un po' di più la notte, vengono certe
allucinazioni.....
;-))
--
daniela

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... dalle palle vaganti di ogni tipo e ideale
da tutti questi insieme e da ogni altro male
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il grande Ciofanskj
2004-10-01 06:41:25 UTC
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Post by k.d.
Ma l'ho pulito lo schermo, giuro!
Eppure continua a sembrarmi che il Ciofanskj abbia scritto "trascinatomi
senza convinzione al concerto di Guccini".
Forse è ora che cominci a dormire un po' di più la notte, vengono certe
allucinazioni.....
Tranquilla, lo schermo è a posto, ero io che a quei tempi dormivo poco ed
il tempo libero era preso da pappine e pannolini ed anche trascinarsi al
vicino Palasport era un'impresa. Ma oramai Culodritto è cresciuta e si sta
già dotando del suo consueto software craccato di scienza, così IL BABBO è
potuto tornare l'adolescente che era.
Non a casa andando per strada adesso ci trovo gli stessi manifesti di
allora, di Guccini ;-)
*. . . . .o o o o o o o
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